BAND 

ATARAX

Titolo

Dura Action, Sed Action

Data

1962 A.C.

Genere

DREAM POP

Originari dell’isola greca di Lemno (è un caso che l’isola fosse la dimora scelta da Hýpnos, Dio del Sonno, che proprio lì viveva in una grotta sulle rive del fiume Oblio?) gli ATARAX, inseguendo i loro Sogni di Gloria, si trasferirono nella palude pontina intorno al 1966 A.C.. Durante il “Kloroformiko Tour” del 1964 A.C., che li rese protagonisti di un’ineffabile co-sleeping anche al Colosseo, conobbero i Cicerones i quali rimasero letteralmente ipnotizzati dal loro suono tanto da trovarsi a produrre questo loro primo album, “𝑫𝒖𝒓𝒂 𝑨𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏, 𝑺𝒆𝒅 𝑨𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏” (1962 A.C.), quasi in uno stato di trance come loro stessi dichiararono in diverse occasioni. Ed è esattamente questo l’effetto che, in una parola, sortisce “𝑫𝒖𝒓𝒂 𝑨𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏, 𝑺𝒆𝒅 𝑨𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏” sull’ascoltatore: letteralmente “trance”. 

Gli ATARAX, come degli onironauti si aggirano in lande evanescenti, una sorta di terra di nessuno tra il reale e l’irreale, tra melodie allettanti e ‘sleepsichedelia’ creando un suono nuovo: con loro nasce, infatti, quello che sarà immediatamente definito "Dream Pop". L’influenza che gli ATARAX, esercitarono su tutta la successiva scena del rock pontino è stata davvero capillare tanto da dare origine anche a quel sottogenere del Doom, molto in voga nella palude in questo momento, definito “Dream Doom”. Questo disco è a tutti gli effetti, quindi, un’Opera da Sogno, sganciata da qualsiasi schema ed anni luce (ovviamente, in un contesto simile, ci si riferisce esclusivamente a quella riflessa dalla Luna) avanti ai loro contemporanei, un sound che si libra in voli estatici fino a raggiungere fasi R.E.M. normalmente irraggiungibili. Le loro sembrano a tutti gli effetti canzoni accattivanti e orecchiabili, in realtà pochi gruppi hanno compiuto sperimentazioni son(n)ore tanto ardite, a partire dal canto semplicemente etereo di Nenya. I testi, infatti, non esistono praticamente più, sostituiti da suoni inventati sul momento dalla cantante, oppure da giochi di parole e cantilene onomatopeiche (che saranno poi ampiamente saccheggiati un millennio dopo dal grande Robert Wyatt), in modo che la voce abbia la più totale libertà di spaziare lungo l'intero spettro di registri raggiungibili; in ogni brano Nenya sembra "duettare" con se stessa, alternando a toni nervosi ed agitati dei gorgheggi fatati, lievissimi, inarrivabili; modalità di interpretare il canto che poi influenzerà, molti secoli dopo, Kate Bush. I due musicisti la assecondano perfettamente, costruendo per lei delle "scenografie" oniriche, splendenti di rara bellezza e suggestione: la chitarra “ninna-nannante” di Robin Oizys ed il basso soporifero di Simon Keres con i loro arrangiamenti classici, dal sapore fortemente partenonico vanno così a costruire una musica sofisticatissima e al tempo stesso splendidamente spontanea: “libertà totale di sognare” è la parola d'ordine degli ATARAX, ed il risultato è un'opera di estatica bellezza onirica.

Ogni brano ha modo così di evolversi attraverso autentici miraggi sonori, come "Caligine" filastrocca gioiosa, strabiliante danza visionaria, nella quale Nenya eleva il suo gorgheggio a livelli impensabili: la scena che viene in mente è di una bambina cullata dalla madre che per farla addormentare fa materializzare per magia davanti ai suoi occhi giostre scintillanti e soffusi giochi pirotecnici. Ma ancora più entusiasmante è "Somnia", brano più ‘somnesso’ ma al tempo stesso inquieto, che potrebbe andare avanti all'infinito senza stancare mai, anzi arrivando a farci vedere in sogno noi stessi che stiamo dormendo sospesi nell’aria, fluttuando dolcemente in una bruma notturna e arcana. L'incanto classico di "Caligine" si ripete in "Death to Emera", ma in una dimensione se possibile ancor più rarefatta e intimista, in un'aria dolcissima e sognante. E mai sbadigli furono più sinceri!

Non mancano comunque momenti più marcatamente "rock": l'iniziale "Endimione", una splendida ballad-jazz-rock-swing cadenzata e intrigante; la drammatica, bellissima, "Zeus Was Afraid of Nyx" che ci narra della nictofobia di Zeus e infine la tenebrosa e nevrotica "The Doors of Sleeperception" (che così tanto influenzò secoli e secoli dopo Jim Morrison). Tra i passaggi più sperimentali spicca invece l'austero sirtaki di "Oneiroi", che ci teletrasporta direttamente sul Monte Olimpo seduti accanto agli dei a sorseggiare una tisana a base di camomilla ed escolzia e ad ammirare la sorprendente e fantastica luce che l'aurora boreale accende nel cuore della notte. Memorabili anche la gentile e vellutata eleganza di "Into Morpheus’s Arms" e la minacciosa incursione psycho-ambient di "Phobetore & Phantaso", con Nenya travestita da ammaliante sirena che, tra languidi arpeggi di chitarra e rumori di risacca, lancia il suo richiamo sussurrato, sensuale, soporifero e mortale. Io, in tutta sincerità, mi sono fermato all’ascolto della penultima traccia “Good Night Selene” sulla quale sono precipitato in uno stato di profonda catalessi per cui lascio all’ascoltatore - preferibilmente affetto da sonnanbulismo - che riuscirà ad arrivare sveglio all’ultima intitolata "Sssshhhhhh" il compito di aggiungere, se vorrà, qualche riga a questa recensione...

"Dura Action, Sed Action" è opera dal valore musicale incommensurabile, ma dall'ancor più grande valore emozionale: pochi dischi possono vantare tanta raffinatezza e tanto fascino e offrire temporanee vie di fuga dalla realtà tanto suggestive e meravigliose: infatti il suo ascolto equivale a rifugiarsi in una dimensione totalmente "altra", equivale davvero a quella sedazione richiamata nel titolo (in contrapposizione a quella ‘dura azione’ che ci attanaglia nella realtà) per cui mi sento di sfidare chiunque a non precipitare in uno stato di profonda atarassia già dopo il secondo o terzo pezzo (per questo consiglio vivamente di tenere a portata di mano una caffettiera moka ben rodata).

Ennesima epocale ristampa della "Capit Mundi?" di Borgo Phaity, per la quale abbiamo finito gli aggettivi. Dream Pop all’ennesima sonnolenza!

Sogni d’Oro!

(Recensione di Paul Shiva)

 

Tracklist:

Side A

1) Endimione

2) Zeus Was Afraid of Nyx

3) Death to Emera

4) Caligine

5) Into Morfeo’s Arms

Side B 

6) Somnia

7) Oneiroi

8) Phobetore & Phantaso

9) The Doors of the Sleeperception

10) Good Night Selene

11) Sssshhhhh

ATARAX