BAND 

CICERONES

Titolo

End of the Centurions

Data

1977 A.C.

Genere

STONER PUNK ANTE LITTERAM

Finalmente, ad opera della mitica etichetta “Capit Mundi?” di Borgo Faiti, viene ristampato questo immenso capolavoro dei padri dello Stoner e del Punk Latino (e non solo come poi vedremo) del Secondo Millennio A.C.! I componenti storici, ricordiamolo per qualche smemorato, furono gli immensi Marcus (detto Mark) Cicerone (Voce), Tully (detto Tullipan) Cicerone (Chitarra e Cori), De De Cicerone (Basso) e Tommasus (detto Tommy) Cicerone (Batterista) quattro fratelli di Tres Trabendae (l’odierna Cisterna di Latina) che sono entrati meritatamente nella Rock’n’Roll Hall of Fame già un centinaio di anni fa. 

I CICERONES è stata la prima band Stoner Punk Grind Rock (per loro fu coniato il termine Ante Litteram) della palude pontina, il loro suono è davvero monumentale come la colonna sonora di una “numera extraordinaria”, più che delle semplici canzoni queste dieci tracce sono delle vere e proprie “orazioni punk”, degli inni della Suburra. L’impegno politico che sempre ha contraddistinto i CICERONES durante la loro breve ma intensissima carriera artistica qui raggiunge vette altissime di denuncia nei confronti dello status quo e del potere romano. Già con “Leave Rome” (1979 A.C.) e “Road to Rome (De Returnum)” (1978 A.C.) la loro feroce critica politica gli aveva creato anche problemi di censura (le loro canzoni non potevano essere, infatti, suonate nelle manifestazioni pubbliche) ma con questa loro terza opera furono, se possibile, ancora più dissacranti tanto che il disco fu inizialmente sottoposto a sequestro dai Centurioni (contro i quali il titolo era esplicitamente rivolto) per poi, dopo una lunga diatriba legale, essere nuovamente messo in vendita (anche se dovettero subire l’apposizione sulla copertina dell’etichetta “Explicit Argumentum” da parte del Collegium Vituperatio S.P.Q.R.).

Il disco apre con la pazzesca “Pompa Magna” che, a dispetto dell’ambiguità del titolo, comunque, non fa alcuna allusione sessuale anzi è un’aspra critica al potere romano dell’epoca ed allo sfarzo delle cerimonie pubbliche mentre i plebei facevano fatica ad arrivare a fine mese. Memorabile l’assolo lancinante di Tully in conclusione del pezzo mentre Marcus ci urla sopra a squarciagola “S.P.Q.R. = Stercus Populusque Romanus!” e rantola come solo Iggy Pop sarebbe riuscito a fare secoli dopo in “Funhouse”. “Caio is a Punk Rocker” si apre con un bel riffone che sarà poi saccheggiato da Josh Homme dell’epoca di “Welcome to Sky Valley”, una tendenza che si ripropone, ma in realtà più in chiave southern rock, in “Glad to Be Gladiator”, un episodio che lascia altresì registrare una serie assolutamente ossessiva di stop and go, alla vecchia, anzi Ante Cristo maniera. Un cipiglio a metà tra il sabbathiano e lo schizoide (con venature delle quali farò tesoro secoli dopo addirittura Robert Fripp) ci regala l’incendiaria “Nerone Fired My Babe Away” con un Tully “Tullipan” abrasivo e selvaggio come non mai da annichilire finanche l’Hendrix del Finsbury Park Astoria. “Brutus Put Something in My Drink” è l’apoteosi del “Punk della Suburra” con quei cori (anche se qui molto più sguaiati) che saranno ripresi molti secoli dopo dal punk inglese ed una batteria che arriverà a sostituirsi ai battiti del vostri cuori mentre l’ascoltate!

Ma queste prime cinque tracce non sono altro che un antipasto, un timido assaggio del delitto psico-sonico che viene portato a compimento nella seconda parte dell’album. Voltato il vinile, infatti, un attacco sinistro e minaccioso di chitarra scandisce l’inizio di “I Don't Wanna Go Down to the Colosseum”, il primo vero e doloso assalto alle coronarie dell’ascoltatore il quale nel giro di pochi minuti viene gettato davvero nell’Arena del Colosseo tra i rantolii delle bestie feroci inseguite a morte, la polvere che si alza e rende aspra la gola e difficile il respiro, il sangue che ci schizza addosso mentre cerchiamo di salvarci la vita...Una inaudita miscela di rabbia, persecuzione ed istinto animale che conferisce a questo pezzo un senso di stordimento dei sensi e che resterà negli annali come una delle più audaci proposte musicali mai udite. In “The Return of Romolus and Remus” Marcus rantola un testo con il quale riscrive la storia di Roma mettendo in dubbio le molte teorie complottiste che, in vario modo, attribuiscono a Romolo la responsabilità della morte del fratello Remo, il quale in realtà era dedito alle droghe pesanti e semplicemente morì di overdose. “I Just Want to Have Pollex Versus” è un festival di macabre, ultra-distorte e selvagge sonorità, un melting-pot grandguignolesco che spazza via ogni luogo comune e pone come baricentro il grido malato, solitario e drogato di Marcus che arriva ad auspicare il pollice verso per farla finita con una esistenza che è solo sofferenza. Pazzesco qui il lancinante assolo di basso di De De. Siamo in prossimità di un’apocalisse musicale ed in “Do You Remember Pompeii Radio?” le grida scorticatissime ed abrasive di Marcus ridanno vita all’incubo dell’eruzione del Vesuvio tra i zampilli incandescenti della chitarra di Tully e la colata di lava della sessione ritmica che travolge chiunque si trova nella sua direzione di propagazione. I CICERONES ci concedono di respirare solo in conclusione dell’opera con una malsana canzone d’amore “Cleopatra I Love You” che (per fortuna dobbiamo dire!) rallenta almeno un po’ la tensione e dà tregua ai nostri apparati auditivi che forse non avrebbero retto negli ultimi 3 minuti e 45 secondi di questa monumentale opera.

Che cosa ci lascia un album del genere? “End of the Centurions” è un monolite che ha ispirato e continua ad ispirare generazioni di musicisti in tutto il mondo quindi, per forza di cose, anche la famosa scena del muretto di Via Cairoli – Latina degli anni 80 D.C. e, di conseguenza, anche tutti i gruppi della palude pontina nati successivamente (Misantropus, Elephante, Putrefazione, TSUBO...ecc.) dei quali possiamo assolutamente a ragione asserire che i CICERONES sono stati i veri Padri nonostante alcuni noti personaggi legati a queste successive scene si affannino pateticamente a volerne negare la paternità. Adesso auspichiamo che la “Capit Mundi?” ristampi anche il mitico ed introvabile “Dal Vivum al Colusseum” del 1976 A.C. per riascoltare la violenza che i CICERONES erano capaci di sprigionare nei loro set.

Ad Maiora!
(Recensione di Paul Shiva)

Tracklist

Side A

1) Pompa Magna

2) Caio is a Punk Rocker

3) Glad to Be Gladiator

4) Nerone Fired My Babe Away

5) Brutus Put Something in My Drink

Side B

6) I Don't Wanna Go Down to the Colosseum

7) The Return of Romolus and Remus

8) I Just Want to Have Pollex Versus

9) Do You Remember Pompeii Radio?

10) Cleopatra I Love You

ramones