INTERVENTO CONCLUSIVO DEL PRESIDENTE PALMACCI

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Questo discorso ha purtroppo molte probabilità di diventare uno di quei discorsi che siamo soliti definire "storici".
Alla stregua del discorso cosiddetto "scendo in campo" di Berlusconi nel 1994 ma anche di quelli di Martin Luther King (cosiddetto "I Have A Dream") del 1963 e di Charlie Chaplin ne “Il Grande Dittatore”.

Ho detto "purtroppo" perché, nonostante abbia sempre sperato di non pronunciarlo, oggi sono qui davanti a voi, schiavi.
E io non ho mai amato le Ribalte, preferisco molto di più Ribaltare.

Per questo motivo non pronuncerò un "I Have a Dream", tantomeno un "scendo in campo" anche se a me è capitato, qualche volta nella vita, di fare una passeggiata sognante in un prato fiorito.
Come spero sia accaduto anche a voi tutti.

Lo spero di cuore anche se

è stata definitivamente seppellita l'Era dei Sogni del Millennio scorso che ha lasciato il posto all'Era delle Ombre della Ragione.
L'Illuminismo non aveva sbagliato ad immaginare la Ragione come un Faro.
Si era solo dimenticato che un Faro per illuminare a 360 gradi deve fare un intero giro su stesso generando sempre nuove zone d'ombra.
La Luce crea l'Ombra.

Orbene, noi siamo figli dell'Ombra della Ragione: il surrogato del Sogno.
L'Interzona dove si rifugiò Burroughs.
L'uscita di sicurezza dalla Società dello Spettacolo indicataci da Debord.
Il luogo le cui coordinate sono determinate da estrazioni improvvisate che, altresì, nulla hanno a che vedere con la Dea Bendata.

Figli dell'Ombra della Ragione che amano il manicheismo del Bianco e Nero e rigettano il Colore Singolare del Finto Pluralismo.
Figli dell'Ombra della Ragione che conoscono i danni dell'esposizione ai Raggi UVA e Catodici e riescono a scaldarsi davanti al frigorifero vuoto delle loro idee.
Figli dell'Ombra consapevoli che devono le loro sole chance di salvezza al Genitore del Desiderio, dell'Indefinibile, dell'Immaginato Esistente.

Qui è la nostra Forza Morale.
Il partire dalla riconquista della consapevolezza della nostra condizione ineluttabile di schiavitù.
La prostrazione è Ascesa.
Per spingere le Idee bisogna porvisi dietro.
Bisognare è un bisogno primario per noi che recitiamo le nostre esistenze nell'Era della Morte dei Sogni.

Bisognava bisognare prima, senza dubbio alcuno.
Ma io voglio proclamare che siamo ancora in tempo ed il fatto stesso del nostro essere tutti qui presenti ne è il Segnale più vivo.

Questa Zona di Ombra disegnata dalle nostre Proiezioni dovrà essere preservata dal Raggio Circolare del Faro nella Camera Oscura di questa Assise Destituente.
E' scoccata finalmente la nostra Ora, anche se il Tempo da questo momento per noi avrà meno senso di quanto ne avesse mai avuto prima.
Sappiamo che dobbiamo ripartire dal Negativo e tirare i nostri Nuovi Ritratti, che andranno a completare d’incanto il Puzzle del Cambiamento.

Stanchi del Vuoto Culturale e della Bidimensionalità Appiattita dei Residui di Pensiero del Secolo appena trascorso che strisciano sibilanti intorno a noi, abbiamo deciso, or dunque, di dar fuoco alle Fornaci del Sogno.
Saremo dentro il Cavallo. Saremo nelle loro Onde come Interferenze subliminali. Saremo la soWWWersione delle Frequenze Neurali.
Perchè Noi possiamo e vogliamo essere la Nuova Vera Tras-Missione.

Siamo ben consapevoli che la Coscienza spesso predilige le Strade della Disperazione ma questo Vento dell'Immaginazione che oggi si è alzato qui sferzerà le strade, fino ad ora, desolate dei nostri Sogni più profondi.

Baudelaire scrisse che il Mondo è basato sul Fraintendimento, che se ci capissimo mai potremmo andare d'accordo: quindi è ora di capirsi se davvero vogliamo cambiare qualcosa. Ma al tempo stesso, do la mia parola, mai emetteremo Decreti Interpretativi per chi non ci capisce.
Ci son significanti che non devono essere 'illustrati' tanto la potenza significata è fondata proprio sul processo intuitivo di percepirne l'intrinseca forza 'levatrice'.
La 'spiegazione', anche la più articolata, anzi questa ancor più, disinnesca la loro potenzialità dirompente e dirimente.

Ogni nostro atto è individuale anche quelli che hanno effetti collettivi.
Che il senso non sia nelle cose dovremmo saperlo tutti.
L'arte, la vita, la politica, è ricerca dell'unità partendo dalla fredda coscienza della separazione.

Sun Tzu ci insegnò che “Conoscere l'altro e se stessi – cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro, e conoscere se stessi – a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi – ogni battaglia è un rischio certo”.
Per questo abbiamo deciso di avviare il Sistema Operativo: Sublim_Azione.
L'obiettivo è puntare i mouse, sotto il controllo vigile del nostro apparato cognitivo, verso quella "vittoria nella metafora" di kafkiana memoria che forse, sola, può rappresentare la piattaforma dalla quale poi tuffarsi in qualche rivincita nella realtà.

«Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo» affermò Mahatma Gandhi.

Una Rete è in grado di metterci in connessione ma queste stesse connessioni si tramutano, peraltro, spesso in tunnel nei quali rimaniamo intrappolati.
Tunnel capaci di inocularci le illusioni più disabilitanti.
L’annullamento della Separazione, ad esempio, che invece è presupposto ineludibile dell’esistenza stessa.
L’auto-assoluzione, perchè non basta, non può bastare, diventare dei mimi che giocano con “perle false”.

Insomma, abbiamo tutti una grande occasione.
Quella di poter immaginare nuove Metafore nella Grande Metafora della Rete.
Quella di poter riscrivere i Linguaggi che ci vengono inoculati e contrastare il processo neo-linguistico di asservimento della Memoria al Potere.
Riappropriamoci del nostro Participio Passato!

E, soprattutto scongiuriamo il pericolo che la Rete possa essere solo una valvola di sfogo psico-sociale assolutamente funzionale allo status quo.

Dopo tutti gli pseudo-cambiamenti che hanno costellato la nostra Storia credo che sia giunto il momento di giustiziare il Gattopardo.
Ne consegue che "se vogliamo che almeno qualcosa abbia una possibilità di cambiare, bisogna che tutto, là fuori, rimanga com'è".
Non dimentichiamoci mai che i soli veri responsabili dei mali dell'epoca in cui viviamo siamo noi stessi, nessun altro al di là.

“...è necessario qualcosa di radicalmente diverso dalla rivoluzione o addirittura qualcosa d'altro. Noi ora sappiamo in che modo seguire la parola d'ordine: non attraverso il potere ma attraverso lo spirito; non molto tuttavia è stato ancora fatto perché noi ci appellassimo allo spirito; è necessario che venga sopra di noi...” affermò Gustav Landauer.

Quindi siamo qui, oggi, proprio per questo motivo.

Per boicottare il Tristo Mercato del Possibile attraverso l’uso della Rete.

E tutti gli interventi di oggi andavano in quel senso.

Non credo di aver mai pronunciato oggi la parola “Libertà”.

Sono convinto che, dopo il suo stupro secolare, bisogni pronunciarla con assoluta cautela.
E, comunque, l’avete potuta intravedere, attimo per attimo, come un’ombra, dietro ogni singola parola che ho appena pronunciato.

Siamo giunti all’inevitabile Passo Finale.

Un atto dovuto anche se può essere solo simbolico ed esclusivamente propiziatorio.

Rassegno, irrevocabilmente, le dimissioni dal mio Mandato nelle mani di questa Assemblea e dichiaro ufficialmente sciolto, seduta stante, il Popolo della Schiavitù.

Sono convinto che dimettersi dalla nostra Apparenza è indispensabile per puntare all'Asintoto che è il Sè.

Dichiaro chiusi i lavori.

(Il Presidente, l'Unico)