A QUANDO UN "NO GATTOPARDO DAY"?

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Ritengo qualsiasi manifestazione del pensiero un diritto inalienabile di ogni essere umano.
Contestualmente considero indispensabili queste manifestazioni per lo sviluppo dei processi partecipativi che devono caratterizzare quelle tipologie di convivenza che usiamo definire Democrazie.

Ciò doverosamente premesso ed in sua virtù, credo che sia necessario fare alcune considerazioni circa l'ormai prossimo No Berlusconi Day.

Il "Testo dell'Appello" con il quale si chiamano nelle piazze migliaia di persone esordisce con queste parole "A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi".
Un esordio che, nella sua sfrontatezza qualunquista, sollecita immediatamente una riflessione.
Siamo un paese abituato, da sempre, a "vivere alla giornata", nel quale proprio l'assenza di progettualità ha segnato il declino culturale che ognuno di noi può facilmente constatare guardandosi attorno nel proprio quotidiano. Un paese in cui questa "filosofia di vita" ha impedito la costruzione di una memoria storica e di una conseguente definizione di una chiara e radicata identità di Popolo, condannandoci inesorabilmente, più di altri, a quella "ripetizione della storia" che George Santayana considerava proprio la conseguenza di questa grave incapacità mnemonica. Nell'asserire spavaldamente questo "nessun interesse per il dopo" ci si dimentica che noi siamo il "Paese del Gattopardo" dove qualsiasi cambiamento è sempre stato solo "di facciata", un cioccolatino di illusione da offrire alle masse che si son, di volta in volta, più o meno razionalmente, "agitate".

Senza voler andare troppo a ritroso, basterebbe ricordare quanto accadde tra il 1992 e il 1994: storia recentissima quindi, molti di noi l'hanno addirittura vissuta.
"Mani Pulite" ed il conseguente movimento di popolo che si sviluppò furono l'ennesima grande occasione che l'Italia ebbe per iniziare a diventare sul serio una cosiddetta Democrazia Occidentale. Anche allora ci si preoccupò poco o nulla di quello che sarebbe accaduto dopo, lasciando a qualcun altro il compito di occuparsene.
E la grande occasione si trasformò in berlusconismo.
Per questo motivo mi preoccupa, e non poco, questa dichiarazione iniziale dell'Appello del No Berlusconi Day.

Proseguendo la lettura arriviamo alla definizione della concezione "proprietaria dello Stato" di Berlusconi.
Concezione che "lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi". Su questo non può certamente pioverci.
Piove però su qualcos'altro che è estremamente collegato. Bisogna constatare, purtroppo, che questa ostilità nei riguardi di "ogni forma di libera espressione" non è una assoluta prerogativa del nostro Premier e della sua fida maggioranza. In questi giorni ho ricevuto diverse testimonianze da parte di persone che hanno svolto attività (o la stanno tuttora svolgendo) all'interno del processo organizzativo del NBD e che delineano un quadro di altrettanta chiara ostilità verso forme di libera espressione da parte di chi attualmente sta gestendo l'organizzazione di questo evento. Ostilità che ha portato qualcuno, per aver voluto esercitare questo suo elementare diritto, ad essere allontanato in quanto non gradito. Uno degli attuali (perchè il gruppo ha subito delle evoluzioni nel tempo) principali punti di riferimento dello staff organizzativo è uno sconosciutissimo blogger che risponde al nickname di "San Precario". Nessuno sa chi sia e questo non è, di certo, un bellissimo esempio di trasparenza democratica. Da più parti è stata segnalata anche una altrettanto non trasparente gestione delle risorse economiche raccolte ai fini della manifestazione. Tutte queste problematiche sono state anche rappresentate in questa nota pubblicata su Facebook il 12 novembre e firmata dal gruppo "Mobilitazione Nazionale", uno dei primissimi ideatori e promotori del NBD.

La medesima ostilità nei confronti della libertà di espressione è stata da me sperimentata nel momento in cui ho osato muovere una critica circa alcune modalità comunicazionali di uno dei primi firmatari del NBD. Stessa ostilità ed un inaspettato selvaggio attacco repressivo nei confronti della satira attraverso la quale avevo inteso segnalare il problema, che ho particolarmente a cuore. E certamente rattrista dover constatare che quel selvaggio attacco alla mia libertà di espressione e di rete stranamente non arriva da parte di Berlusconi ma di quelli che si presentano come i suoi più fieri oppositori.

Fa piacere constatare che la nota di Mobilitazione Nazionale conclude con il medesimo concetto che avevo espresso qualche giorno prima in un post: "NOI NON SIAMO D'ACCORDO NELL'USARE METODI BERLUSCONIANI PER COMBATTERE IL SIGNOR B....SAREBBE ASSURDO USARE IL BERLUSCONISMO PER COMBATTERE BERLUSCONI".
Si tratta di un concetto elementare che, però, nell'attuale esasperata situazione sta sfuggendo ai più e ci porta a ripercorrere i subdoli sentieri che conducono, dritti dritti, nelle fauci del nostro amato Gattopardo. Per il fatto stesso di esprimere idee anche solo leggermente diverse, si riceve in cambio immediatamente l'accusa di essere degli “infiltrati” o, se va bene, di non rendersi conto che è necessario essere uniti per combattere il nemico. Facciamo attenzione: spegnere i neuroni per necessità di unione e, quindi, non analizzare quanto berlusconismo è in noi non può che portarci a delle belle manifestazioni "sportive", non molto dissimili dal recarsi di domenica in una curva di uno stadio.
E, come al solito, se tutto cambierà, tutto rimarrà uguale.


Paolo Palmacci