Mandrie, Mandriani, Flower Punk e Truffe nella Palude Mentale

di Paul Shiva 27 luglio 2023

E’ davvero triste far ritorno in luoghi gloriosi perché un tempo straripanti di creatività e rinvenire solo cadaveri ormai nello stadio della scheletrizzazione capaci (incredibilmente però!) ancora - per pura inerzia di mandria - di solidarietà putrefattiva tanto da costituire una maleodorante massa letamosa.

Quanto al tempo stesso, peraltro, è di conforto non essere mai appartenuto a quella mandria: a nessuna mandria. Ringrazio me stesso per aver sempre rifuggito le mandrie. E gli spacciatori di cazzate che spesso si ergono a mandriani, vedi insulsi personaggi come il Vincenzo Censi ed il suo triste, quanto presuntuoso, rabberciato e confuso quanto scompaginato, pseudo-format 1997 Fuga da Latina" (che si abbia perlomeno il pudore di non chiamarla “fanzine”, che quelle avevano tutta un’altra pregnanza e conseguente dignità!).

Provo solo una sana e profonda repulsione per tutti questi Rincoanalogosauri (clicca QUI per la definizione) che pascolano nel tronfio nulla della loro Palude Mentale giocando a fare i sovversivi rivoluzionari duri e puri nei loro salotti ovattati dai loro stessi escrementi.

Giocando’ è il gerundio del verbo più consono al caso di specie poiché si tratta proprio di quel classico genere di mandria che avendo (per usare il loro medesimo, stantio, linguaggio) ‘servito’ o stando tuttora ‘servendo’ importanti istituti bancari piuttosto che grandi compagnie assicurative, o magari, multinazionali o case farmaceutiche e pertanto vivendo proprio grazie a quel Sistema che (sputando nel piatto in cui mangiano) ipocritamente criticano, si arroga contestualmente il diritto di disprezzare – in linea di assoluta coerenza con l’ipocrisia che la caratterizza - quelli che, secondo i loro desueti e scheletrici schemi mentali, sarebbero i baluardi proprio di quel Sistema: le “guardie” (sempre per usare il loro obsoleto linguaggio) (clicca QUI per leggere). Ed, evidentemente, qui siamo al più classico ed addirittura (che mi tocca scrivere) evangelico :-) “vedere la pagliuzza negli occhi degli altri e non la trave nei propri”.

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Non può non venire immediatamente in mente il Pasolini della poesia scritta a seguito della famosa “Battaglia di Valle Giulia” del 1 marzo 1968 (clicca QUI per leggerla) e pubblicata su L’Espresso nel giugno di quell’anno, nella quale scrisse “Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità”.

Credo che nessuno possa essere giudicato per il lavoro che fa, se questo è legale: ovviamente. E che tutti noi possiamo esserlo, invece, per come lo facciamo. Questo altrettanto ovviamente. Ritengo, soprattutto, sempre triste - e finanche squallido - fare generalizzazioni incondizionate, guardare la realtà per categorie rigide e settarie, forma mentis che denota penuria di capacità intellettive e, proprio a causa di ciò, che fa incorrere spesso in madornali errori.

Non dovrebbe, altresì, affatto essere così necessario aver letto Pasolini per capire l’ovvio ovvero che spesso e volentieri c’è uno iato tra quello che uno "fa" e quello che uno “è”.  Non tutti riescono a realizzare propriamente i loro sogni e fare come lavoro quella che è esattamente la loro passione.

All’età di 25 anni mi sono arruolato per fare la “guardia”, ma l’ho solo "fatta" non lo sono mai “stata” anche perché a 25 anni il mio processo antropogenetico era, per la sua parte fondante, ormai già concluso e la mia weltanschauung era già del tutto ben messa a fuoco. E l’ho cercata di “fare” nel migliore dei modi cioè ‘servendo’ le persone: si, il verbo in questo contesto è assolutamente corretto perché si tratta esattamente di un servizio ma inteso nel senso alto di “essere utile agli altri” e non stantio del bieco concetto che si aggira nel vuoto cerebrale di personaggi come il Censi.

Questo lo sa la mia coscienza e non devo certo darne conto a loro né a chiunque altro, quello che però qui rileva è che questa re-immersione in quel viaggio iniziatico attraverso il quale - durante tutti gli anni ‘80 - completai il mio processo antropogenetico, era evidentemente qualcosa che era necessario fare, fino in fondo. Probabilmente per rileggere finanche le sfumature delle scelte operate allora e per capirne (e carpirne) fino in fondo le conseguenze effettive. Quindi, in quest’ottica, è stata rilevante l’occasione di interazione con l’intera suddetta mandria, mandriani compresi.

La prima ovvia, e purtroppo anche scontata, conclusione di questa rilettura immersiva è che se questi sono gli anarchici allora non ci si può stupire se esistano le dittature, anzi, a mio sommesso e sconsolato parere, quest’ultime sono addirittura auspicabili dinanzi alla sventurata ipotesi del proliferare di personaggi di questa triste specie. Ma in questo caso siamo solo dinanzi ad una ennesima e, pertanto, non necessaria dimostrazione.

La seconda, altrettanto ovvia e forse anche altrettanto scontata, conclusione è rilevare a quali risultati sia capace di condurre la suddetta ipocrisia auto-giustificatoria; ed, alla luce di quanto sopra, il caso dei London 77/Senzabenza è, in quest’ottica, estremamente sintomatico nonché emblematico.

In questo post (clicca QUI per leggere) racconto per filo e per segno come i sedicenti punkers Fabio Furlan e Ferdinando Ferdinandi hanno scientemente messo in piedi quella che ho definito, semplicemente sulla scorta dei fatti e delle dichiarazioni che li hanno accompagnati, la "Piccola Truffa del Flower Punk" ovvero l'inchino finanche troppo plateale al Dio Quattrino.

Spiace sempre vedere persone svendere l’anima, rinnegare idee e principi, soprattutto se poi questi sono stati condivisi e magari si è saliti anche assieme sullo stesso palco (clicca QUI per guardare), però, in conclusione, sono scelte, e chiunque può (nel mio modo di pensare) fare quello che crede meglio per sé.

Quello che non accetto - proprio perché tendo ad applicare sempre un sano concetto popperiano di tolleranza - è ricevere giudizi intolleranti rivolti finanche all’essenza del mio essere proprio da questa specie di mandria specializzata nel rilevare pagliuzze negli occhi degli altri e non le travi nei propri.

Io, come sopra detto, ho “fatto” la "guardia" ma mai ho messo in vendita la mia anima.

Sono rimasto lo stesso identico Paul Shiva che salì sul palco del Cinema Tirreno il 17 maggio 1982 chiudendo quel fondamentale concerto domandando retoricamente al pubblico “il cazzo ve lo abbiamo rotto?”. (clicca QUI per guardare)

Lo stesso Paul Shiva che mandó letteralmente a fare in culo l’intera scena di via Cairoli – oramai, in verità, in fase terminale - il 28 dicembre 1987 con l’ultimo concerto dei No Existence (clicca QUI) e che voi, proprio voi mandria della prima ora del nuovo rock di Latina, cercaste di interrompere perché “avevamo rotto il cazzo” (evviva!).

Lo stesso Paul Shiva che salì sul palco di Estivia Rock con i suoi Bathroom Flowers riscuotendo unanime consenso suggellato dal titolo che gli riservó il quotidiano Il Tempo: “Estivia 89 laurea i Bathroom Flowers”. (clicca QUI per leggere) 

Il medesimo Paul Shiva che poi, essendosi arruolato per fare la "guardia" - perché magari non ha avuto la fortuna di qualcun altro o forse non ha creduto sufficientemente in se stesso (chissà) - è stato cancellato, censurato dai ricordi, dalla storia, dai resoconti di quei mitici anni 80 a Latina.

Infatti i miei Negative Existence, No Existence e Bathroom Flowers, finiti gli anni 80, nonostante siano stati gruppi fondamentali di quella scena, sono stati deliberatamente cancellati da qualsivoglia racconto e/o resoconto da parte dei mandriani e della mandria tutta.

A conclusione, la morale perversa che pervade questa mandria è che sarebbe assolutamente meglio vendere l’anima che fare la “guardia”.

La storia la scrivono i vincitori, certo. Se solo fosse possibile definire questa mandria davvero con il termine di “vincitrice”. Se ha vinto è solo perchè sono fuggito da quella città di merda (Latina è orribile!) lasciandogli, ben volentieri, tutta la loro palude mentale nella quale pascolare tranquillamente.

Però, in ogni caso, gli sconfitti possono sempre e comunque trovare piacere mettendo qualche puntino sulle “i” re-incontrando se stessi a distanza di quarant'anni per stringersi la mano con reciproca soddisfazione.

Consapevoli che un giorno si dirà che "Paul Shiva ha fatto anche cose buone": la Bonifica della Palude Mentale.

Distinti Puntini

da entrambi i Paul Shiva

paul shiva