London 77 e il Fascino Discreto del Punk

di Paul Shiva 17 ottobre 2023

Bisogna innanzitutto (riba)dire, perchè è infondata leggenda e, si sa, le leggende - come qualsiasi falsa credenza - sono dure da eradicare - che London 77 NON furono assolutamente il primo gruppo punk di Latina perché prima di loro dobbiamo annoverare (sia per data di formazione che per esordio sul palco) i Muddy Boys ed i Negative Existence - protagonisti di quel fondamentale concerto per la scena rock di Latina tenutosi al Cinema Tirreno il 17 maggio 1982 [clicca QUI per guardare] nel quale, tra l'altro, Fabio Furlan suonò il basso proprio con i Negative Existence.

Però, senza dubbio alcuno, furono la prima band - ed anche l'unica nel corso di tutti gli anni ‘80 - hardcore punk nel panorama pontino.

negative existence london 77 fabio furlan senzabenza

Produssero un unico demotape intitolato IVSTITIA” (clicca QUI per ascoltare) che fu registrato e pubblicato in due versioni: una nell’aprile 1983 dalla prima line-up - con il Furlan (basso), Giulio Pazienti (chitarra), Marcello Fagiani (voce) e Tommaso Dorati (batteria) - e l’altra nell’agosto 1984 dalla seconda nata dopo la fuoriuscita (avvenuta nell’autunno 1983) del Fagiani e del Furlan ai quali subentrò Nando Ferdinandi (questi ultimi due saranno poi, nel 1989, membri fondatori dei senzabenza). [clicca QUI per leggere]

Questo demo può vantare addirittura una recensione su Maximumrocknroll, una delle più importanti fanzine punk mondiali, (clicca QUI per leggere) ed è stato proprio recentemente (aprile 2023) pubblicato in vinile dalla F.O.A.D. Records la quale, nel video di presentazione (clicca QUI per guardare), correttamente, lo descrive come “Hardcore Punk ultra-ruvido e grezzo” e avvisa di non farsi “ingannare dal nome” perché “questo è sporco e rabbioso Hardcore Punk italiano degli anni furiosi per i fan di Wretched, Bloody Riot, Eu's Arse e primi Rappresaglia!”.

I loro testi erano, come nel caso di tutti i gruppi del movimento hardcore punk, estremamente politicizzati ed indirizzati ad una protesta radicale contro il “Sistema capitalistico/borghese occidentale” con posizioni, quindi, fortemente antagoniste e libertarie [clicca QUI per leggerli].

Già solo scorrere la tracklist del demo fa ben comprendere l’approccio ideologizzato che impregna ogni singola traccia, infatti si possono leggere titoli come “Merda Sangue al Potere”, “Naja”, “Già B.R.”, “Ci Vogliono Ammazzare”, “Fratelli del Cazzo” (un veemente contro-inno di Mameli). In “Fuck You”, a titolo di puro esempio, recitano “(…) mi incazzo da paura mandando a fanculo tutti / c’è bisogno di sparare se qualcosa si vuole cambiare” ed in “Cambiamento”, ribadendo il concetto, “stiamo provocando un cambiamento / stiamo infrangendo le regole / non riempiremo gli stadi / ma le strade, si le riempiremo ma di giustizia!!!!”.

Da sottolineare, alla luce di quello che scopriremo più avanti, che l’autore dei testi risulta essere proprio il bassista Fabio Furlan assieme al cantante, Marcello Fagiani.

london 77 fabio furlan senzabenza

[clicca sull'immagine per i testi]

In una presentazione firmata proprio da Fabio Sid (alias che utilizzava il Furlan)[clicca QUI per leggere] e pubblicata sul numero Zero di Brutta & Brolla [clicca QUI per leggerla] (prima fanzine di Latina) uscito nel mese di febbraio 1983 possiamo, inoltre, leggere che i London 77 “propongono un hard core punk del più violento, ma nello stesso tempo si rifanno al punk del più recente, i testi rispecchiano il pensiero dei singoli elementi di questo gruppo” e che “sono un calcio in faccia al perbenismo e all’essere precisi della gente soprattutto di questa città (di merda), ed un nome che da fastidio agli stronzi che gliele vogliono male”.

In una sorta di manifesto (pubblicato nel numero 6 della fanzine Mr. Kairolik del maggio/giugno 1984) [clicca QUI per leggere] i London 77 (molto presumibilmente il loro nuovo leader: Fernando Ferdinandi) scrivono testualmente “(…) siamo l’unica band a proporre qui a Latina un Hard Core rabbioso ed incazzato quanto lo siamo noi. Non ci definiamo in alcuna maniera (anarchici, pacifisti etc) perchè riteniamo difficile esprimere il nostro modo di pensare con una parola; comunque cerchiamo con la nostra musica di dire che viviamo in una società di merda, una dittatura mascherata da democrazia con a capo una accozzaglia di bastardi che attraverso i mass-media e le loro sporche istituzioni (scuola, religione etc..) decidono la nostra vita a loro piacere, uccidono la nostra personalità e il nostro spirito di iniziativa per impedirci di ribellarci ai loro sporchi giochi. Noi suoniamo per dire alla gente che è ora di svegliarsi e di non lasciare decidere la propria vita a chi aspetta solo che ti volti per mettertelo in culo e di non lasciarsi spaventare dal vuoto che il sistema crea intorno a chi non vuole subire; perchè niente potrà cambiare fin che tutti non avranno preso coscienza della propria individualità e del proprio diritto ad una opinione e ad una vita libera. Tra i nostri progetti futuri c’è suonare ovunque ci chiamino e prenderci lo spazio che il sistema ci nega (e poi parlano di democrazia) (…)”.

london 77 fabio furlan casal bernocchi

In modo del tutto (almeno apparentemente) coerente, durante l’intera loro esistenza, i London 77 furono protagonisti quasi esclusivamente di esibizioni presso centri sociali occupati o comunque spazi occupati nella zona della capitale e dintorni - come il C.S.A. di Casalbernocchi dove si esibirono domenica 3 marzo 1985 (questo live fu poi pubblicato nell’audiocassetta live split con i Mono [clicca QUI per leggere] intitolata Catastrofe nel Vuoto” [clicca QUI per ascoltare] ed allegata al numero 3/4 della fanzine latinense “Plastica”). E’ indelebile nella memoria degli astanti (purtroppo non è stato possibile recuperare il documento sonoro) il loro primo concerto tenutosi sabato 2 aprile 1983 assieme a Mono e Containers nel garage che fungeva da loro sala prove dinanzi ad una quarantina di persone.

Quell’esibizione fu chiamata “Uova Marce” (per il fatto che era stato organizzata nel periodo di Pasqua, esattamente alla vigilia). Il pubblico partecipò attivamente alla performance tirando alla band di tutto (ortaggi e qualsiasi altra cosa si era procurato) rendendo quell’evento sicuramente memorabile.

Nel mese di settembre del 1984 parteciparono, con ben tre pezzi [clicca QUI per i testi], alla compilation di hardcore punk italiano su cassetta "Loro Decidono...Tu Paghi! - They Decide...You Pay!", coprodotta dalla tape label ligure Edizioni Storie Tese e dalla statunitense Bad Compilation Tapes (BCT) di San Diego (California), etichetta molto interessata alla nostra scena. Curata da Roberto De Capitani (bassista della band di Alassio NoiseNoiseNoise P.N.) il demo contiene soprattutto registrazioni dal vivo (alcune al famoso centro sociale autogestito Victor Charlie di Pisa [clicca QUI per info]) di molte delle migliori band hardcore italiane di quel momento tra le quali Kina, Cheetah Chrome Motherfuckers (C.C.M.) e I Refuse It! del cosiddetto Granducato Hardcore, i Cani ((dai quali, dopo lo scioglimento, nacquero i Boohoos) ed i Savage Circle (qualche anno dopo vincitori del Rock Contest organizzato annualmente, dalla rivista Fare Musica, “Indipendenti ’86").

Il 28 dicembre 1984 parteciparono [clicca QUI per leggere] con Mono, Tacite Intese e Human Expression al primo concerto organizzato dall'Associazione Culturale Uragano [clicca QUI per leggere] al Cinema Teatro Tirreno di Latina con un set violentissimo e dissacrante basato su "Iustitia" di cui "Vorrei Essere Felice" è stata pubblicata nel sopra citato demo split "Catastrofe nel Vuoto" [clicca QUI per ascoltare].

Loro Decidono...Tu Paghi! - They Decide...You Pay!

Date queste premesse, si dovrebbe rimanere perlomeno sconcertati per il fatto che, sul finire del 1989, Fabio Furlan e Nando Ferdinandi fondarono i Senzabenza e proposero, quasi immediatamente, un vacuo sound “pop punk” (inscenando la recita shakespeariana di un “dilemma” tra i due concetti che useranno addirittura, dopo 33 anni, come titolo del loro ultimo album uscito sul finire del 2022 [clicca QUI]) nel quale, in realtà, il termine “punk” assunse, da subito, esclusivamente una mera funzione di marketing (in tal senso bisogna riconoscere che l'invenzione del concetto di 'flower punk' fu assolutamente efficace).

A ben vedere invece, anche dopo aver rintracciato un paio di interventi di lettori della rivista “Dynamo!” (pubblicati nel nr. 7 del maggio 1995) a seguito di alcune dichiarazioni che il Furlan aveva rilasciato in una intervista al medesimo magazine (nr. 5 del marzo medesimo anno pag. 13: aveva asserito che “il punk che deve essere solo divertimento”) e soprattutto la risposta fornita dallo stesso Furlan (pubblicata nel citato nr. 7), appare evidente che quando scrive “all’età di 12 anni indossavo jeans wrangler strappati, i capelli sparatissimi con il gel, il giubbotto nero era pieno di spille da balia, calzavo immancabilmente all star e portavo occhiali a specchio con montatura bianca da neve marca rossignolper lui il punk è essenzialmente questo ovverosia esteriorità, immagine, maschera: in una parola “moda”.

Peccato che il punk era esploso nel 1976 a Londra proprio come movimento subculturale di rottura anche proprio contro i comportamenti standardizzati (quindi anche le mode) ed il primo ad accorgersi che era stato riassorbito dall’establishment fu proprio uno dei suoi prime movers in assoluto, quel Johnny Rotten dei Sex Pistols (di cui il Furlan si dichiara “uno dei più incredibili fan”) che già alla fine nel 1978 (!!!) con il suo nuovo gruppo (Public Image Limited) saliva su un palco vestendo giacca e cravatta perchè lo reputava, in quel momento, molto più trasgressivo degli ormai standardizzati “jeans wrangler strappati” e “giubbotto nero pieno di spille da balia” citati dal poser Fabio Furlan.

La sua è una risposta che, peraltro, dimostra anche presunzione ed un, nemmeno tanto velato, disprezzo per l’interlocutore quando (riferendosi chiaramente alla persona che gli aveva mosso delle critiche per la sua definizione che “il punk deve essere solo divertimento”) scrive “continuo imperterrito più che mai a non incularmi proprio nessuno, soprattutto i Poco Intelligenti”.

rivista dynamo! london 77 fabio furlan senzabenza

[clicca sull'immagine per ingrandirla]

Alla luce di quanto sopra, ciò che oggi appare lapalissiano è che quel dichiararsi "rabbiosi e incazzati", quell’iconoclastia tipicamente hardcore punk dei London 77 chiaramente descritta nel citato manifesto e che impregna i loro testi (una modalità, evidentemente, del tutto antitetica all’asserita concezione secondo cui “il punk deve essere solo divertimento”) per il Furlan risultava essere essenzialmente proprio un “divertimento” (come 10 anni dopo, candidamente, lo definisce lui stesso nella citata intervista su “Dynamo!”), un atteggiamento modaiolo, finanche “figo”; per il Ferdinandi era solo una modalità tra le tante di espressione (dato che il suo eclettismo lo portava a considerare più importante il suonare a prescindere dal “cosa”) e mutatis mutandis anche per Tommaso Dorati, batterista talentuoso che amava più l’hard rock storico (Rush in primis) e l’Heavy Metal ed era più un “metallaro” che un punk rocker, per cui possiamo inferire che la suddetta iconoclastia, inclinazione sovversiva, quell'essere "rabbiosi ed incazzati" era qualcosa che, in fin dei conti, apparteneva esistenzialmente solo al cantante, Marcello Fagiani, il quale era l’unico effettivamente pervaso da una ideologia anti-sistema tanto da farne un vero way of life.

Quindi non è evidentemente questo il caso dei nativi incendiari che poi muoiono pompieri, siamo, altresì, dinanzi ad un caso di specie del processo di assimilazione e di conseguente mercificazione di una subcultura.

Processo che Dick Hebdige [clicca QUI per info] per primo analizzò a fondo nel suo “Sottocultura. Il Fascino di uno Stile Innaturale” scritto proprio nel momento in cui la subcultura punk, avendo esaurito la sua funzione controculturale, era giunta al suo capolinea, ovvero nel 1979 (ma di culture dominanti, subculture e controculture ne parleremo presto più approfonditamente).

Siamo, rimbalzando tra Bunuel e Hebdige, al Fascino Discreto del Punk.

Questa ritengo sia la reale essenza dei London 77 ed, una volta di più, dei loro epigoni Senzabenza, alla luce anche di quanto, già nel 1995, lucidamente, avevano intuito e scritto i lettori di “Dynamo!”.

Fa solo sinceramente un po’ impressione quella che forse si può definire come una disinvolta capacità dissimulatoria (non credo possa definirsi amnesia, perchè risulterebbe troppo patologicamente rilevante) di chi prima indossa (letteralmente) i panni del ‘sovversivo’ - proprio perchè, alla fine, la subcultura punk era divenuta fashion - e, dopo pochi anni, sembra non ricordare nemmeno di averli indossati quei panni ed asserisce candidamente che “il punk deve essere solo divertimento”, piedino che batte il tempo e magari coretti idioti.

 london 77 ferdinando ferdinandi senzabenza