Intervista a Marco Malagola, lo Stewart Copeland di Latina

di Paul Shiva 19 novembre 2023

La Capit Mundi? ha l’onore di poter fare qualche domanda a Marco Malagola [clicca QUI per info] mitico batterista dei Muddy Boys primo gruppo punk della scena rock degli Anni 80 a Latina della quale, pertanto, Marco è stato uno degli attori fondamentali.

Capit Mundi?: Ciao Marco, grazie intanto per la tua disponibilità, puoi iniziare a raccontarci quelli che sono i tuoi ricordi più significativi di quei primissimi anni 80 a Latina?

Marco: Ciao! Innanzitutto devo dire che si tratta di anni che per me sono particolarmente importanti perché coincidono con la mia gioventù e con il mio iniziare a suonare la batteria. In quel frangente vi era un grande fermento di nuovo rock che ci portava a stare assieme tutti i giorni dalla mattina alla sera per condividere quelle nuove esperienze musicali. In realtà, da un punto di vista proprio prettamente tecnico, eravamo tutti quanti un po' agli inizi per quanto concerneva il rapporto con gli strumenti ma, nonostante successivamente io abbia continuato a suonare (arrivando a fare della musica anche la mia professione), devo dire che quel tipo di energia, quel tipo di passione, di naturalezza, quella voglia di suonare senza alcun tipo di sovrastruttura se non ascoltare i dischi che condividevamo e le cassette che ci scambiavamo, registrare la musica che creavamo, è stato un qualcosa che non ho mai più riprovato in tutta la mia vita. C’era insomma questa grande energia e voglia di fare una musica che per noi era alternativa rispetto alla musica commerciale e che quindi si rifletteva anche nel nostro atteggiamento e nel nostro abbigliamento.

Muddy Boys Marco Malagola

Capit Mundi?: Ed in quel momento nacquero i Muddy Boys, che, come già si è detto, sono stati il primo gruppo punk rock di Latina: difatti tutti gli altri come i London 77 [clicca QUI per leggere], nacquero successivamente proprio sulla loro spinta. Simpatico ricordare, ad esempio, che fu Nico Tamburella che portò letteralmente per mano Fabio Furlan ad acquistare il basso (primo – evidentemente - decisivo passo verso la nascita dei London 77).

Marco: Si. I Muddy Boys nacquero dal sodalizio che si era creato fra me e Nico Tamburella che ne sarebbe stato il chitarrista e voce [clicca QUI per info]. A me e Nico si aggiunse da subito, il grande Dario Argano, che purtroppo non è più tra noi, al basso. Eravamo un trio e Nico sicuramente era, dal punto di vista musicale, un po’ più il leader del gruppo; lui (come me, d’altronde) era un grande appassionato di musica hard rock (Deep Purple, Black Sabbath, ecc…) però c’era, soprattutto da parte mia in realtà, questa voglia di “virare” invece un po’ più verso la musica punk. A quei tempi erano uscite le prime cose dei Police che è stato senza dubbio il gruppo preferito della mia gioventù, infatti l’unico del quale avevo il poster in camera era proprio Stewart Copeland il mio mito come batterista, forse lo è ancora adesso, perché secondo me rimane uno dei batteristi in assoluto tra i migliori. E' sicuramente uno di quelli che ha inventato un po’ il “linguaggio” ed era quello al quale io, nel mio piccolo, ma veramente ero all’inizio... mi ispiravo un po’ di più. Iniziammo quindi a fare pezzi veloci contraddistinti da melodie molto semplici. I nostri riferimenti - oltre ai Police - erano i gruppi punk inglesi, Sex Pistols in primis.

Capit Mundi?: E quindi i Muddy Boys furono scelti per fare da gruppo di apertura del seminale (per la scena della provincia) concerto di Kaos Rock / Jo Squillo Eletrix del 27 marzo 1982 [clicca QUI per leggere] che arrivarono direttamente dal Centro Sociale Occupato Santa Marta di Milano (punto focale del movimento punk milanese) a Latina.

Marco: Quindi parliamo di 40 anni fa! Mamma mia… Si suonammo al Cinema Teatro Tirreno che era completamente pieno: Jo Squillo a quei tempi era uno dei personaggi di punta del punk italiano [clicca QUI per info]. Per noi si trattava della prima occasione di aprire un concerto ad un gruppo così importante. Fu certamente una grande emozione perché potemmo interagire con dei musicisti che in quel momento ci apparivano come arrivassero da un altro pianeta… insomma arrivavano da Milano viceversa noi eravamo ancora piuttosto relegati alla nostra realtà locale. Ricordo ovviamente con grande piacere quel concerto, ricordo che quando facemmo il sound-check Jo Squillo ci osservava con un'aria un po’, mi viene da dire, “materna” cioè quasi con affetto perché noi, in realtà, eravamo proprio dei “pischelli”... parlai con il suo batterista che mi dette dei suggerimenti...

muddy boys nico tamburella dario argano

Capit Mundi?: Puoi raccontarci qualche aneddoto, qualcosa di particolare?

Marco: Ricordo un aneddoto forse all’epoca poco significante che però oggi assume sicuramente un senso particolare: il batterista di Jo Squillo aveva un ottimo pedale della grancassa con il quale io in realtà non mi trovai molto bene. Era talmente buono che io, abituato al mio schifo di pedale, feci fatica ad utilizzarlo: non ero assolutamente abituato a suonare su un set di batteria di quella qualità!!! Questo per dire che mentre oggi i giovani hanno facilmente a disposizione un parco strumenti di buon livello fin da quando iniziano a suonare (ad esempio io ho un figlio che vorrebbe fare il musicista ed ha già tre chitarre) ai nostri tempi non era esattamente così e quando un gruppo aveva già tutti gli strumenti essenziali (e magari anche una sala prove!) era già molto fortunato… noi quando iniziammo a suonare avevamo strumenti davvero scadenti. Ricordo benissimo che addirittura all’inizio Dario Argano suonava a mo’ di basso una chitarra modificata alla quale aveva tolto le ultime due corde proprio perché non era ancora riuscito a comprarsi un vero basso! Ecco forse ripensando a quegli anni una differenza sostanziale sta proprio in questo: c’era tutto un altro scenario rispetto ad oggi e c’era, di conseguenza, tutto un altro sapore. Comprare uno strumento musicale e mettersi a fare musica aveva un peso molto rilevante. Il giorno che si riusciva ad acquistare uno strumento per noi era come una festa nazionale! E forse quell’energia e quella voglia che avevamo dipendeva anche un po’ da questo, dalla passione che ci pervadeva.

Capit Mundi?: Che successe dopo il concerto di Jo Squillo?

Marco: E’ successo quello che ho accennato all’inizio ovvero che la grande passione musicale di Nico, in realtà, era proprio l’hard rock (il suo idolo era Ritchie Blackmore dei Deep Purple) per cui ben presto ci fu una sorta di 'svolta', se vogliamo chiamarla così (oppure possiamo definirla una 'ripresa' di quello che già c’era stato prima), verso il rock più duro e musicalmente un po’ più virtuoso, abbandonando, pertanto, l'approccio punk che ci aveva contraddistinto in quella fase iniziale. Ciò fu determinato in particolar modo da Nico proprio perchè suonando la chitarra era un po’ inevitabilmente il 'leader musicale' della band. Per cui quando, dopo neanche due mesi, il 17 maggio 1982 sempre al Cinema Tirreno, facemmo il nostro secondo concerto assieme ai Negative Existence [clicca QUI per leggere] (altro gruppo punk attivo in quel momento a Latina) proponemmo una scaletta completamente diversa, realizzando proprio quella suddetta “svolta” hard rock.

Capit Mundi?: Secondo te la storia dei Muddy Boys finì lì?

Marco: Si, credo di si. Io poi ho completamente cambiato percorso perché cominciai a frequentare altri tipi di musicisti e quindi altri generi musicali anche se non tantissimi anni fa – proprio perché quel tipo di rock è poi rimasto sempre la mia passione – avevo ricostituito un trio (con Fabio Ponte alla chitarra e Raffaele Fumo al basso) con il quale ho realizzato pezzi originali molto simili a quelli che facevamo come primi Muddy Boys, forse solo appena un po’ più articolati musicalmente. Però in realtà ho poi cambiato completamente genere e fatto altri percorsi musicali anche se, come ho detto, quegli anni sono stati davvero indimenticabili, tra i più belli della mia vita. Grazie per avermi dato l'occasione di ripercorrerli con la memoria!

Capit Mundi?: Grazie a te Marco! Fa sempre un piacere immenso ritrovare a distanza di quarant'anni chi ha mantenuto vivi dentro di sè idee e principi che lo hanno foggiato in gioventù, senza rinnegamenti o ipocrisie. Cosa rara.

locandina concerto muddy boys negative existence cinema tirreno 1982