19 marzo 1985: Il Rock Entra in Discoteca!

di Paul Shiva 19 agosto 2024

Martedì 19 marzo 1985 il rock entrò nella discoteca Seventh Sky di via Amaseno a Latina. La locandina della serata enfatizza, per l'appunto, a tutte lettere proprio questa peculiarità di quell'evento: infatti il nuovo rock, quello figlio della rivoluzione punk, si era da subito contrapposto alla vacuità della disco music degli anni 70 e dei suoi templi, le discoteche. Quella sera quindi si volle rompere un tabù, porre in atto una sorta di "pacificazione" culturale.

Si esibirono quattro band: i Mono [clicca QUI per leggere] e i Manzoni Street di Latina più gli Underground Arrows e i (loro) "transfughi" Modern Charms entrambi, invece, di Roma.

I Mono, realtà ormai consolidata a livello new wave nazionale, fecero un'altra esibizione degna della loro fama con brani tutti tratti del loro repertorio fra i quali una maestosa versione di "Gasoline Remains". Si trattò, purtroppo, dell'ultima esibizione dei Mono "prima fase" che si sciolsero nel corso dell'anno a seguito sia delle partenze per il servizio militare di alcuni componenti della band sia dello "spirito del tempo" che stava volgendo irrimediabilmente verso la fine di un'epoca. Ne parleremo approfonditamente più avanti in Capit Blog?     

L'esibizione dei Manzoni Street rappresentò, come già era accaduto in occasione del live "Uragano" del 28 dicembre 1984 [clicca QUI per leggere] qualora salirono sul palco gli Human Expression, ancora una volta di più una dimostrazione del desiderio assolutamente inclusivo da parte del collettivo di via Cairoli anche nei confronti di espressioni artistiche concettualmente distanti dai principi che li avevano informati, ovvero quelli propri della subcultura punk e new wave (oppure più banalmente un altro segno della fine di un'epoca, come abbiamo ventilato qualche riga sopra?). Infatti i Manzoni Street erano una band di Latina che esplicitamente si rifaceva al beat in genere e ai Beatles in particolare [clicca QUI per leggere articolo pubblicato sulla fanzine Mr. Kairolik nr. 5 del febbraio/marzo 1984].

Gli Underground Arrows (autori di un mix molto personale di mod e power pop che li portò ad essere la prima band mod straniera  a suonare nel Regno Unito un paio di anni dopo) un set davvero energico e frizzante. Non certo per caso il loro primo 45 giri “Generational Disease/Summer Dream” [clicca QUI per info] era già arrivato al numero 9 della classifica della musica indipendente italiana nel 1984.

Cliccate QUI per leggere l'intervista rilasciata dagli Underground Arrows subito dopo il concerto alla fanzine Plastica (pubblicata sul nr. 3/4 del maggio 1985).

I Modern Charms, anche loro romani e con la medesima inclinazione mod - perchè, in realtà, costituiti proprio da transfughi degli Underground Arrows come Paolo Petrucci e Fabrizio "Nasca" Ferraro, rispettivamente bassista (ma in questo caso chitarra e voce) e batterista della loro prima line up - furono, infine, la quarta band a completare questa "incursione" al Seventh Sky. La loro line-up era completata da Fulvio Cartacci  al basso (che negli anni 90 farà parte degli Sciacalli ed oggi è chitarra e voce degli Ape Skull).

Locandina Concerto 19 marzo 1985

[clicca sull'immagine per ingrandirla]