Via Cairoli, le Origini: Intervista a GM

di Paul Shiva 21 novembre 2023

Giorgio Manunza è stato uno degli iniziatori della scena di via Cairoli: dapprima cantante e performer nei basilari Neon [clicca QUI per leggere ed ascoltare] poi sperimentatore sonoro con il moniker di GM o GMPOP [clicca QUI per ascoltare]. Per noi pertanto è un grande piacere avere l'occasione di potergli fare qualche domanda sulle origini della scena del nuovo rock di Latina.

Capit Mundi?: Ciao Giorgio, è un piacere poterti avere qui su Capit Mundi? per darci una mano nel ricostruire l’atmosfera che si respirava su quel muretto di via Cairoli nella Latina degli anni 80! Potresti innanzitutto raccontarci quali erano le ispirazioni artistiche, musicali e non solo, dei tuoi Neon?

G.M.: Diciamo che io e Andrea Lopez venivamo da antiche ispirazioni… soprattutto progressive. Dal momento in cui, poi, ho visto, proprio mentre stavo facendo una passeggiata con lui, nella vetrina di un negozio di dischi in Piazza della Libertà [Freedom di Angelo Pepe n.d.r.], “Raw Power” degli Stooges per me è proprio cambiato completamente l’orizzonte. Quindi io personalmente ero più per quella 'direzione'. Andrea, invece, anche se amava anche lui gli Stooges aveva un approccio più ad ampio respiro, restava legato sia al prog-rock che alla sperimentazione: approccio che lo ha sempre contraddistinto assieme ad una enorme cultura musicale. Io ho maturato una direzione molto più grezza, diciamo più a pelle: all’epoca mi piacevano molto i Ramones – son sempre rimasto legato al loro secondo LP! – che come per altri gruppi, ho scoperto non col loro primo disco. Poi Bowie, che è stato il mio primo idolo. Il primo disco che ricordo è stato “Aladdin Sane” del ’73. Come pure i classici del prog, soprattutto i King Crimson. Gli Skiantos ci piacevano soprattutto per la loro vena ironica, diciamo. Personalmente, Ramones a parte, non sono mai stato interessato più di tanto al punk, tanto meno al metal o all’hard rock… all’epoca li odiavo proprio. Poi, ovviamente, grande ispirazione sono stati Lou Reed e i Velvet Underground ed i B-52’s con il loro suono che affondava nei 60’s. Infine i classici di quella epoca che piacevano un po’ a tutti. Ma Andrea davvero ti dava la percezione di una conoscenza totale dei fenomeni: io i primi approcci con mondo rock in generale li ho avuti grazie a lui che era già dentro la lettura anche di una rivista musicale come “Ciao 2001” che probabilmente era l’unica all’epoca…

Capit Mundi?: Come rielaboravate queste influenze? Suonavate principalmente covers o pezzi di vostra creazione?

G.M.: Alla fine pezzi nostri pochissimi, dunque per lo più brani dei gruppi che ho elencato prima, escluso i Ramones. Anche se, poi, diversi anni dopo [1988 n.d.r.] con una band chiamata Bored Boys facemmo un concerto (il famoso "concerto della Banana” del 28.12.1988) insieme ad altri gruppi al Cinema Tirreno nel quale presentammo praticamente proprio l’intero primo LP dei Ramones! Eravamo io, Fabio Furlan, Mauro della Longa e Marco Limone.

Capit Mundi?: In “This the LT Sound!” (supplemento al nr. 3 della fanzine Mr. Kairolik [clicca QUI per leggere] che abbiamo ripubblicato qualche post fa QUI) si legge che durante il concerto del 1980 al Palasport di Latina tu “giocando” con il synth saresti andato in "escandenza": ti ricordi che cosa successe esattamente?

G.M.: Non ricordo di essere andato in escandescenza… ricordo che andai lì sull’abbrivio del mood. Se ricordo bene fu Augusto (Zimbalatti n.d.r.), tastierista titolare, che forse sorpreso dalla cosa mi disse di lasciar perdere, come dire “che cazzo stai facendo”. Accadde sull’attacco di “Dirt” degli Stooges, lui in quel mentre credo stesse preparandosi al sax, forse si era sentito defraudato 😛.

Capit Mundi?: Perchè si sciolsero i Neon e nacquero i Mono [clicca QUI per leggere]? E perchè tu non proseguisti il percorso con Andrea dentro i Mono?

G.M.: Io me ne andai fondamentalmente proprio perché il suono si era fatto meno immediato, un po’ paradossalmente proprio mentre stavamo maturando pezzi nostri in via prioritaria. Probabile che l’ingresso di Tommaso Pastore abbia anche avuto la sua influenza in quel senso, nessun conflitto interno al gruppo, solo che quel suono un po’ più “articolato” non mi piaceva allo stesso modo. I Neon in realtà non si sciolsero mai, andando via io decisero di cambiare nome. Credo, se ricordo bene, però che i fratelli Giudicianni andarono via un po’ prima di me.

Capit Mundi?: Qual è il ricordo più importante che ti è rimasto del periodo Neon?

G.M.: Beh il concerto del Palazzetto è stata una bella esperienza, ma in generale ho avuto il piacere di suonare con amici e la possibilità di esibirmi con loro sui palchi. Mi piaceva perché lo vedevo come uno sfogo perché, all’atto pratico, specie sul palco, mi sfogavo ma mi piaceva scherzare, fare un po’ il 'buffo' là sopra, non era solo rabbia o altro a me piaceva molto anche scherzare. Mi sentivo in grado (e avevo il piacere di farlo) di controllare la scena passando magari da un mood all’altro senza schemi preconcetti. Mi sentivo molto libero. Il tutto rispecchiava, oserei dire, un mio istinto naturale.

Capit Mundi?: Uno spirito in definitiva punk  e anche per questo Neon sono stati un gruppo seminale della scena del nuovo rock della Latina di via Cairoli negli anni ’80. Grazie Giorgio per averci fatto respirare un po’, con il tuo racconto, l’atmosfera di quei momenti.

G.M.: Si ma devo dirti la verità di punk dentro di noi c’era poco, comunque non lo sentivamo anzi, mi viene ancora più da dire che eravamo slegati da una etichetta per quanto ci chiamassero punkettari, come pure via Cairoli stessa. Grazie a te.

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[Giorgio Manunza & Andrea Lopez / Neon]