(Psico)Analisi di una Partitura Incompiuta (per Pianola Meccanica)

di Paul Shiva 8 febbraio 2025

"Neokoncënnaja p'esa dlja mekkaniceskovo pianino"

1976 – Puščino (URSS) - Tenuta Rurale di Anna Petrovna Vojnizieva

Contestualmente all’esplosione del punk in quel di Londra, arrivava nelle sale dell’URSS Partitura Incompiuta Per Pianola Meccanica” (che sarà distribuito in Italia, però, solo nel 1985) un film di Nikita Mikhalkov ambientato nella provincia della Russia imperiale di fine Ottocento (esattamente a Puščino, un centinaio di chilometri a sud di Mosca). In una tenuta nobiliare, sulle rive del fiume Oka, affluente del Volga, si riuniscono alcuni personaggi i cui destini vanno ad intrecciarsi in una trama fatta di irrisolte (perché fondamentalmente irrisolvibili) problematiche interiori e quelle esteriori, conseguenti ai mutamenti storico-sociali in corso. Le relazioni che nascono nel corso della giornata generano nuovi interrogativi finanche sui loro esiti.


1986 - Latina-Pisa-Monza - Audiocassetta della Inesistent Produzioni


Contestualmente ad un’altra esplosione di natura del tutto diversa (quella della centrale nucleare di Chernobyl) la Inesistent Produzioni dava alle stampe questa raccolta (clicca QUI per ascoltare) riunendo alcuni dei personaggi più significativi della scena underground new wave (forse sarebbe più consono utilizzare il concetto, maggiormente onnicomprensivo, di ‘post punk’) della penisola in quel lasso temporale. Come indicato nella copertina, il demotape è ‘ambientato’ a: Latina-Pisa-Monza – ovvero anch’esso nella provincia di un Impero (più esattamente in alcune sottoprovince della Provincia) – e va a disegnare un affresco probabilmente (se a posteriori risulta sin troppo facile asserirlo, chiedo venia) malinconico quasi quanto quello sceneggiato da Nikita Mikhalkov. Mi piace immaginare che, anche per questo motivo, magari inconsciamente, ne sia stato mutuato il titolo.

partitura incompiuta per pianola meccanica

Scena del Film

Fine Ottocento - Provincia dell’Impero Russo


Sopra abbiamo accennato alle problematiche psicologiche dei protagonisti del film. Ad esempio, di Platonov che, bruciati tutti i sogni nutriti da giovane, tradito ogni valore, si rivela oramai credere più in nulla, nemmeno in se stesso. Come d’altronde del medico Trileckij che, in preda ad una crisi irrimediabile, anch’egli non crede più in se stesso e, nel corso della sempre più patetica serata sceneggiata dal film, troviamo a balbettare angosciato “Che vergogna vivere... vivere per niente e, terribilmente, sapere che non ci sarà nient'altro”. Ma questa è in definitiva la caratteristica di tutti i personaggi di Čechov (sul cui dramma giovanile “Platonov” è basato il film): deprivati di qualsivoglia possibilità di redenzione, vittime della Meccanicità della Pianola.


Fine Anni 80 - Alcune Sottoprovince della Provincia dell’Impero Americano


I personaggi che si ritrovano all’interno di questo demotape intrecciano sogni che cominciano, altresì, a mostrare le prime incrinature tra (oramai vecchie) ‘esplosioni’ che stanno esaurendo del tutto il loro effetto impulsivo e nuove, foriere esclusivamente di annientamento statico e totale, senza alcuna possibilità redentiva. Già solo scorrendo i titoli dei brani (e qualche loro strofa e/o inciso) questo è l’affresco che ci troviamo dinanzi: si inizia entrando nella hall dell'"Hotel del Suicidio" degli Overload nel quale i Fru Aut subito dopo rinvengono oggetti di rame corrosi dal tempo e ricoperti di quella tipica patina verde corrosiva; poi arrivano i Mono che disegnano "abiti" eleganti, rigorosamente "blu", da indossare nel mese più melanconico per antonomasia: quel "settembre" che segna la fine della stagione (quasi obbligatoriamente) più felice dell’anno mentre i Bi.O - andando al di là - cercano addirittura “Nuovi Corpi” (nell’utopia che da lì possa passare l’unica ‘vera’? redenzione); i Dissolutio Humani Generis (basterebbe, in questo caso, anche solo il loro nome) inseguono “Spettri” (o viceversa?) come “trasparenze di una notte buia” e constatano che “c’è uno spazio nella notte: molto tempo per pensare al mio domani” e, nel contempo, i Move tentano la fuga cercando di “uscire dal campo visivo” proprio nel momento in cui “tutti i sogni scompaiono e il loro piacere scivola via”; come fosse un novello Platonov Vittorio Nistri , altresì, ci porta a fare, un ‘giro erogeno’ fondamentalmente per noia e passatempo tout court nel mentre che i Berggasse 19, affacciandosi alla finestra del medesimo indirizzo viennese di Freud, ci raccontano la “Veronika Voss” del film di Fassbinder (1982), liberamente ispirato agli ultimi anni di vita dell’attrice tedesca Sybille Schmitz, trascorsi nell'ossessione del suo passato e dalla sua celebrità che la condurrà al tragico epilogo del suicidio; in ultimo i Kryptasthesie, non da soli ma assieme alla piccola Jasmine, supplicandola di fermare il suo sognare in quanto “il gioco è finito”, contemplano stelle “che corrono a rovescio”. Rimangono (nel loro caso parola davvero grossa) i No Existence (clicca QUI per leggere) (ed anche qui potrebbe essere bastevole già il nome) con Paul Shiva che proprio mentre oggi sta scrivendo questa (psico?)analisi non può che concordare con il Paul Shiva di allora e con quella nenia (repetita juvant...) da lui ossessivamente ripetuta: “It Was No Wrong ‘Cause I Believed in it”. Si, ci credevamo, quindi non poteva essere del tutto sbagliato. Già, l’ideale genera sempre un minimo di senso. Il valore sufficiente, perlomeno.

Copertina Demotape Partitura Incompiuta per Pianola Meccanica

Oggi - Incompiutezza versus Realtà - Risonanza di Helmholtz versus Inchino


La Meccanicità della Pianola, oggi ben lo sappiamo, negli ultimi decenni ci ha sempre più inesorabilmente attanagliato, inglobandoci, riducendo gradualmente capacità critiche e possibilità di vera sovversione creativa. Costringendosi ad inchinarci alla Realtà. Ecco, allora, come l’incompiutezza di una partitura possa assurgere a metafora dell’unica redenzione forse ipotizzabile: quella della fuga da quella meccanicità delle relazioni umane, già descritta, nella sua opera, da Čechov. Il non riuscire a raggiungere o (nel più auspicabile dei casi) il non anelare a raggiungere quella compiutezza, che è annientamento statico, Chernobyl interiore, è l’unica uscita di emergenza che si intravvede per salvare il salvabile… Compiersi significa sempre rinnegarsi, morire: la vita è per definizione incompiutezza.

Altresì, presto tutto si sarebbe compiuto. Definitivamente e irrimediabilmente: esizialmente.
Nel microcosmo della Provincia della provincia di Latina, i Mono si sciolgono proprio in quell’anno e la Inesistent Produzioni pubblica l’“Antologia d'addio di un gruppo che non c'è più" [1986 INS 012]: “Imperi”(clicca QUI per ascoltare). Gli ex membri posers dei London 77 (nonostante un artefatto e fittizio passaggio sotto il moniker Fori Coll’Accuso, di cui parleremo più avanti) iniziano già a pianificare l’asserito - tanto scaltro quanto vanaglorioso - assalto al “mercato mondiale” (clicca QUI per ascoltare l'asserzione) indossando l’ingannevole veste dei Senzabenza, attraverso quella parodia del punk che così tanta confusione poi è riuscita a creare nelle nuove generazioni proprio riguardo lo stesso concetto di punk (clicca QUI per leggere) e di tutto ciò che questa subcultura ha effettivamente rappresentato per i baby boomers di fine anni 50 inizio 60. E questo è un ulteriore, esiziale, inchino. I No Existence, avevano appena pubblicato il loro demotape definitivo “The Bathos” (“Goffa Discesa dal Sublime al Ridicolo” o “Rappresentazione molto al di sotto dell’attesa”) e si preparano al commiato del Live Off del 28 dicembre 1987 ed alla definitiva chiusura del cerchio (sempre con la A dentro) con l'ulteriore estremo saluto (eufemismo che sta per "vaffanculo") di "Acta Est Fabula" (1988). Anche di questo parleremo dettagliatamente.

Tracklist Partitura Incompiuta (per Pianola Meccanica)

Tracklist Partitura Incompiuta (per Pianola Meccanica)

Nel macrocosmo della scena musicale italiana invece, sempre in quel 1986: esce l’ultimo album propriamente new wave dei Litfiba ovvero “17 Re”, vede la luce anche “Tre Volte Lacrime” dei Diaframma dopo il quale la band di Fiumani praticamente conclude il suo percorso creativo e la medesima cosa accade anche ai Krisma dopo aver pubblicato “Iceberg”. La Nuova Onda si dissipa, evaporando in schiuma, riuscendo però fortunatamente prima a consegnare sul bagnasciuga le sue ultime conchiglie, quelle più luccicanti, più ‘risonanti’, quelle dalle quali si ricaverà la preziosa madreperla che risulterà essenziale per il nuovo underground resiliente che, per istinto di sopravvivenza, stava andando a rinchiudersi in se stesso esattamente come aveva già fatto all’inizio degli anni 70: Butthole SurfersPsychic… Powerless… Another Man’s Sac” (1985), CCCP Fedeli Alla LineaAffinità e Divergenze fra il Compagno Togliatti e Noi” (1986), SwansChildren of God” (1987), Clint Ruin / Lydia LunchStinkfist” (1987), Einsturzende NeubautenHaus der Luege” (1989), Diamanda GalasYou Must Be Certain of the Devil” (1989). Solo ciò che era rimasto incompiuto si sarebbe, infine, salvato dalla inesorabile meccanicità di una pianola che stava riassorbendo sistematicamente, in partiture su schede perforate, qualsivoglia pensiero (e qualsivoglia conseguente sua emanazione concreta) che aveva tentato la strada della sovversione mediatica. Ed, alla fine, penso proprio che, si, possiamo tranquillamente ripeterlo ancora: “It Was No Wrong ‘Cause I Believed in it”.

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LINK:
Per OverloadBi.O e Vittorio Nistri → (non) intervista a Vittorio Nistri clicca QUI!
Per Kryptästhesie → intervista a Dario Antonetti clicca QUI!
Per Fru Aut → intervista a Uber Cavalli e Paola Zisa clicca QUI!
Per Bergasse 19 ed il contributo che hanno voluto gentilmente donare a Capit Mundi? Clicca QUI!
Per Move ed il contributo che hanno voluto gentilmente donare a Capit Mundi? Clicca QUI!

Tracklist [clicca sul brano per ascoltarlo]:
1) OverloadSuicide Hotel” 0:00
2) Fru Aut "Verderame” 3:47
3) MonoA Blue Dress for September” 7:58
4) Bi.OLooking for New Bodies” 12:33
5) Dissolutio Humani GenerisSpettri” 16:52
6) MoveMove Out of Sight” 21:11
7) Vittorio NistriHerogenous Tour” 26:11
8) No ExistenceIt Was No Wrong” 29:32
9) Berggasse 19Veronika Voss” 34:55
10) KryptasthesieLiquid Lies” 39:43